
Che cos'è la sclerosi multipla
La sclerosi multipla (o sclerosi a placche) è una malattia infiammatoria cronica di natura disimmune, cioè determinata da un comportamento anomalo del sistema immunitario che attacca una componente del proprio organismo.
Nella sclerosi multipla il bersaglio di questi attacchi è la mielina, cioè la guaina che riveste i nervi e che favorisce la corretta trasmissione dell’impulso nervoso. Se la guaina mielinica viene danneggiata (demielinizzazione), l’impulso nervoso trasmesso in modo alterato causa disturbi neurologici vari in base alla sede colpita. Inoltre, i danni alla mielina possono verificarsi in più sedi e in tempi diversi, per questo la malattia è chiamata sclerosi “multipla”.
La sclerosi multipla è una malattia diffusa in tutto il mondo, ma che colpisce più frequentemente le persone di razza bianca e di sesso femminile (le donne colpite sono circa il doppio degli uomini). L’età media di insorgenza è intorno ai 20-30 anni e questo la rende una malattia di forte impatto sociale. Dopo i traumi, la sclerosi multipla è la più frequente causa di disabilità neurologica nel giovane adulto. In Italia la prevalenza della sclerosi multipla è intorno ai 100 casi ogni 100.000 abitanti, e nella provincia di Pavia le persone colpite sono circa 600.
Dipartimenti, U.O e centri di riferimento
Dipartimento di Neurologia e Neuroriabilitazione
Unità Operativa Struttura Semplice Sclerosi Multipla
Ambulatori di riferimento
N. 8 ambulatori settimanali dedicati a pazienti con Sclerosi Multipla
Laboratori di riferimento
Laboratorio dei Potenziali Evocati
Laboratorio di Neuroimmunologia
Prenotazioni
Quali sono le cause della sclerosi multipla
La sclerosi multipla è causata da un comportamento anomalo del sistema immunitario, che anziché difendere l’organismo, ne attacca una componente (in questo caso la mielina) non riconoscendola come propria e scambiandola per un aggressore esterno.
La sclerosi multipla è una malattia multifattoriale perché si ritiene che possa essere favorita da più fattori, tra i quali:
- esposizione ad agenti infettivi (specie il virus della mononucleosi infettiva) nei primi anni di vita
- livelli bassi di vitamina D
- fumo
- obesità giovanile
- quadro genetico
Deve però essere sottolineato che la sclerosi multipla non è una malattia ereditaria che possa essere trasmessa dai genitori ai figli; alcuni fattori genetici possono infatti predisporre, ma non determinare la sclerosi multipla.
Quali sono i sintomi della sclerosi multipla
I danni della guaina mielinica si traducono in diversi disturbi neurologici.
I sintomi più frequenti sono:
- deficit motori, come mancanza di forza ad uno o più arti
- disturbi dell’equilibrio e della coordinazione
- disturbi della sensibilità ad uno o più arti
- disturbi della vista, come riduzione o perdita improvvisa della vista in un occhio oppure visione sdoppiata
- disturbi della funzione urinaria
Come si fa la diagnosi di sclerosi multipla
Gli elementi fondamentali sui quali si basa la diagnosi di sclerosi multipla sono la presenza di sintomi neurologici diversi, che indicano il coinvolgimento di più vie neurologiche (disseminazione nello spazio) in tempi diversi (disseminazione nel tempo), e la dimostrazione tramite Risonanza Magnetica di lesioni multiple della sostanza bianca (mielina) cerebrale e midollare. La Risonanza Magnetica con liquido di contrasto può anche evidenziare se una lesione è “attiva” o meno dal punto di vista infiammatorio.
Per confermare la diagnosi o per meglio definire la disseminazione della malattia possono essere utili altri accertamenti, come l’esame del liquido cefalorachidiano, che conferma la presenza di infiammazione nel sistema nervoso centrale, e i potenziali evocati, che stimolando le vie sensoriali (visiva, acustica, sensitiva) attraverso input innocui, ne verificano il corretto funzionamento.
Quali sono le terapie, le cure e i trattamenti per la sclerosi multipla
I trattamenti per la sclerosi multipla possono essere di diverso tipo a seconda della fase della malattia:
- terapie della fase acuta, per trattare i nuovi sintomi o la ricomparsa/accentuazione di sintomi precedenti che, se non curati, hanno una probabilità maggiore di diventare sintomi permanenti. La terapia della fase acuta consiste nella somministrazione di corticosteroidi ad alto dosaggio per via endovenosa, oppure di corticosteroidi a dosaggi più bassi e per via intramuscolare se la manifestazione clinica non è particolarmente aggressiva
- terapie preventive, che agiscono sul sistema immunitario a scopo di difesa, modificando la risposta immunitaria senza comprometterne il normale funzionamento e modificando così in modo favorevole il decorso della malattia. Queste terapie si dividono in:
- – terapie di I linea (Interferoni, Glatiramer Acetato, Teriflunomide, Dimetilfumarato), per pazienti che non sono ancora stati sottoposti a terapia farmacologica
- – terapie di II linea (Fingolimod, Natalizumab, Alemtuzumab), per pazienti che non hanno avuto una buona risposta alle terapie di I linea oppure sono colpiti da una forma particolarmente aggressiva di malattia.
- terapie sintomatiche, per controllare meglio i disturbi correlati alla malattia come fatica, rigidità, dolori e spasmi, disturbi urinari e deficit cognitivi.
Alle terapie farmacologiche si aggiungoon, in particolare per i casi in cui la compromissione motoria è rilevante, il trattamento riabilitativo fisiochinesiterapico e psicologico, con lo scopo di conservare/migliorare le performance.
La fisiochinesiterapia è mirata al trattamento della spasticità, dei deficit della coordinazione, del linguaggio e delle prassie. Le tecniche a disposizione spaziano da esercizi mirati a migliorare specifiche funzioni deficitarie a vere e proprie attività complesse, come l’insegnamento di strategie di risparmio energetico mirato al trattamento della fatica, attraverso movimenti ergonomici e ausili ambientali, pianificazione delle attività quotidiane e training aerobico per migliorare la resistenza allo sforzo.
Infine vanno ricordati come strumenti riabilitativi il supporto psicologico per ridurre il disagio emotivo e prevenire le conseguenze psicosociali negative derivanti dalla malattia e la terapia occupazionale per permettere l’espressione del massimo potenziale di autonomia dell’individuo.
Visita il sito dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla
www.aism.it