Resp. Scientifico: Dott. Enrico Alfonsi
La disfagia è un ritardo nel movimento, o un movimento errato, di un bolo fluido o solido dalla bocca allo stomaco. I disturbi della deglutizione, anche se lievi, possono avere un effetto significativo sulla qualità della vita del paziente sia dal punto di vista fisico, che psicologico e finanziario. I disturbi della deglutizione sono frequenti nella pratica clinica. La modificazione della deglutizione legata all’età non colpisce solamente la biomeccanica delle strutture periferiche, ma coinvolge anche multiple regioni del Sistema Nervoso Centrale. Il termine presbifagia primaria include diversi cambiamenti fisiologici e anatomici che inducono difficoltà di deglutizione negli anziani. Quando la disfagia non è solo dovuta all’età (presbideglutizione), ma è anche dovuta a meccanismi patologici oggettivi, è usato il termine presbifagia secondaria. Ci sono molte malattie che portano alla disfagia negli anziani come lo stroke, la malattia di Parkinson/parkinsonismi e le demenze. Un gran numero di farmaci usati negli anziani ha effetti avversi indesiderati sulla deglutizione o una attività depressiva sul SNC. Sebbene la definizione di presbifagia primaria possa apparire chiara, una zona grigia tra la deglutizione fisiologica e patologica negli anziani, cioè tra la presbideglutizione e la presbifagia, che include situazioni controverse, è molto frequente, e la diagnosi di presbifagia è comunemente retrospettiva, venendo posta quando si manifestano malnutrizione e disidratazione. Recentemente presso questo IRCCS abbiamo utilizzato tecniche elettrofisiologiche per misurare in modo preciso gli aspetti kinesiologici e biomeccanici delle fasi orale propulsiva e faringea della deglutizione. Queste tecniche, semplici e minimamente invasive, potrebbero inoltre essere usate durante la valutazione al letto del paziente. Sia nella presbifagia primaria che secondaria, la strategia che permette una deglutizione sicura è la modificazione dietetica. Molto frequentemente i pazienti presbifagici non accettano un cambiamento nelle loro abitudini alimentari perchè il cibo non è saporito o rifiutano di avere un pasto separato dallo loro famiglia. Un miglioramento nell’attività della deglutizione tramite un aumento del controllo neurale di questa funzione potrebbe essere raggiunto con nuove tecniche elettrofisiologiche: stimolazione magnetica transcranica ripetitiva inducente theta burst (TBS) ad alta frequenza e stimolazione a corrente diretta transcranica (tDCS). Studi recenti indicano infatti che questi approcci sembrano essere utili nel miglioramento dei sintomi della disfagia in condizioni patologiche come lo stroke.
Obiettivi principali:
- migliorare la conoscenza sul cambiamento dalla presbideglutizione fisiologica alla presbifagia;
- definire criteri clinici e strumentali per la diagnosi strumentale di presbifagia primaria e secondaria;
- valutare l’occorrenza, i profili clinici e i meccanismi patofisiologici della disfagia in persone anziane attraverso l’utilizzo di procedure diagnostiche sia convenzionali che nuove, che includono esami della deglutizione al letto del paziente, valutazione nutrizionale e dei marker nutrizionali di laboratorio, valutazione clinica di un logopedista, questionari, fibroendoscopica della deglutizione e valutazioni elettrofisiologiche della deglutizione;
- determinare sensibilità, specificità e valori predittivi di tutti gli strumenti diagnostici usati nello studio dei disturbi della deglutizione nelle persone anziane;
- valutare l’impatto di diagnosi e gestione precoce della presbifagia; 6. valutare se TBS o tDCS possano migliorare i sintomi della presbifagia primaria e secondaria.