
Che cos'è la malattia di Parkinson
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica e progressiva causata da una perdita di neuroni che producono dopamina, la sostanza chimica che serve per la comunicazione tra i neuroni, e che sono situati in un’area del cervello chiamata “sostanza nera”.
La malattia di Parkinson è presente in tutto il mondo e riguarda tutte le etnie e le classi sociali.
In Italia i malati di Parkinson sono attualmente oltre 300.000, dei quali circa 4000 nella sola provincia di Pavia.
L’età media di insorgenza è intorno ai 60 anni, ma l’esordio tra i giovani adulti è sempre più frequente, con una lieve prevalenza fra gli uomini.
Circa il 5% della popolazione manifesta i primi sintomi tra i 21 e i 40 anni, sopra i 60 anni colpisce l’1-2% della popolazione, mentre la percentuale sale al 3-5% per la fascia di età oltre gli 85 anni.
Dipartimenti, U.O e centri di riferimento
Dipartimento Neurologia e Neuroriabilitazione
Unità Operativa Malattia di Parkinson e disordini del movimento
Ambulatori di riferimento
Prenotazioni
Quali sono le cause della malattia di Parkinson
Attualmente si ipotizza che la malattia di Parkinson possa essere generata da più fattori che agiscono simultaneamente.
Questi fattori possono essere di diverso tipo:
- fattori individuali, come l’età avanzata o una predisposizione genetica alla malattia
- fattori ambientali, come ad esempio l’esposizione cronica a tossine ambientali come pesticidi o idrocarburi-solventi (es. trielina)
- fattori ereditari, perché la probabilità di ammalarsi di Parkinson è leggermente più alta se in famiglia ci sono altre persone colpite dalla malattia.
Per quanto riguarda le forme a esordio giovanile (sotto i 40 anni) del morbo di Parkinson, la loro causa è stata individuata in alcune mutazioni genetiche. Queste scoperte rendono possibile oggi una diagnosi genetica delle forme di Parkinson a esordio giovanile. Per quanto riguarda le altre forme, le cause della malattia sono solo ipotizzabili e restano ancora non chiarite.
Quali sono i sintomi della malattia di Parkinson
La malattia di Parkinson si compone di tre fasi cliniche ben distinte:
- la fase sintomatica iniziale
- la fase delle complicanze motorie
- la fase (eventuale) delle complicanze non motorie.
I sintomi iniziali, cioè i primi campanelli di allarme della malattia di Parkinson sono:
- lentezza nei movimenti
- riduzione della mimica facciale con ridotta frequenza di ammiccamento
- ridotta dimensione della scrittura (micrografia)
- diminuzione dell’agilità nell’uso manuale di oggetti (non giustificata da presenza di paralisi)
- scialorrea (ipersalivazione)
- rigidità, con posture fisse o semi fisse di un braccio
- riduzione del fisiologico pendolamento di un arto durante la marcia
- dolore della spalla o di un arto non giustificato da cause ortopediche o traumatiche
- tremore di un arto, specialmente se a riposo, o del mento
- difficoltà dell’andatura, con passi brevi
- instabilità dell’equilibrio con facilità di cadute, particolarmente all’indietro.
I sintomi motori, soprattutto nella fase iniziale, rappresentano la limitazione principale nella sindrome di Parkinson.
Con la progressione della malattia, i sintomi motori possono estendersi fino a interessare l’equilibrio, la deambulazione e la capacità di produrre vocalmente suoni e rumori (fonazione).
Possono, inoltre, comparire anche sintomi non motori, in parte legati alla malattia e in parte causati o aggravati dalle terapie.
Questi sintomi possono comprendere:
- disturbi del sonno, come sonnolenza diurna eccessiva, sogni vividi, disturbo del sonno REM
- dolori muscolari, articolari, tendinei o mal sistematizzati
- perdita dell’olfatto
- difficoltà visive come perdita del contrasto visivo e della discriminazione cromatica
- alterazioni del tono dell’umore, depressione, apatia o abulia
- disturbi psichici come attacchi di panico, ansia, fino alla demenza parkinsoniana
- alterazioni a carico del sistema nervoso vegetativo che possono produrre anche stipsi, difficoltà digestive, sintomi urinari, alterazioni del sonno.
La progressione e l’ampliamento dei sintomi variano da paziente a paziente.
Alle tre fasi cliniche che abbiamo illustrato sopra, in alcuni casi si aggiunge una quarta fase, detta fase pre-motoria, con sintomi che possono precedere di molti anni la malattia di Parkinson. Questi sintomi sono:
- depressione dell’umore
- disturbi d’ansia
- difficoltà a percepire gli odori e i sapori (iposomia)
- disturbi comportamentali del sonno REM (REM Behaviour Disorder).
In particolare, il disturbo comportamentale del sonno REM è il sintomo pre-motorio più utile per una diagnosi precoce.
Come si fa la diagnosi della malattia di Parkinson
La scintigrafia cerebrale per il trasportatore della dopamina (DATSCAN) è l’esame più importante per diagnosticare la malattia di Parkinson e ha lo scopo di risolvere i casi dubbi, escludendo o confermando la diagnosi.
Sono utili anche TAC e Risonanza Magnetica Nucleare dell’encefalo e accertamenti neuropsicologici, genetici e riguardanti il funzionamento del sistema nervoso autonomo.
Se la malattia di Parkinson è già in fase avanzata, sono consigliati anche:
- test neurologici per i disturbi cognitivi
- video-polisonnografia per i disturbi del sonno (LIKN)
- Elettromiografia (EMG) e visita specialistica otorinolaringoiatrica per la disfagia (LINK).La strumentazione d’avanguardia per la diagnosi del Parkinson
L’Istituto Mondino di Pavia è dotato di strumentazione diagnostica all’avanguardia, tra cui anche Risonanza Magnetica 3 Tesla e Doppler transcranico per lo studio della sostanza nera, e di personale medico altamente specializzato per garantire ai pazienti un supporto costante durante l’intero iter diagnostico.
Quali sono le terapie, le cure e i trattamenti per la malattia di Parkinson
La terapia per la malattia di Parkinson deve sempre essere personalizzata in base alle caratteristiche del paziente.
Le terapie più diffuse si dividono in:
- terapia farmacologica dopaminergica, basata su somministrazione di farmaci (levodopa, inibitori delle COMT, inibitori delle MAO e i farmaci dopamino-agonistici) che possono migliorare, soprattutto nelle fasi iniziali, i sintomi della malattia
- terapia medica infusiva, adatta alle fasi più avanzate della malattia, che consiste nell’infusione di levodopa per via intestinale tramite PEG (LINK)
- terapia chirurgica di neurostimolazione cerebrale profonda, che prevede il posizionamento nel cervello di elettrodi che erogano una specifica stimolazione elettrica su particolari zone e permette di ottenere risultati clinici con un rischio ridotto. Questa terapia viene proposta pazienti che rispondono bene alla terapia farmacologica ma presentano fasi di blocco motorio invalidanti (ON-OFF) e gravi movimenti involontari (discinesie).
Nel trattamento della malattia di Parkinson sono di fondamentale importanza anche gli interventi riabilitativi. Nella fase iniziale si consiglia ai pazienti di praticare quanto più possibile attività fisica, in modo particolare Pilates, tai-chi, nordic walking, feldenkrais. Con la progressione della malattia diventa invece indispensabile una neuroriabilitazione mirata per migliorare problemi legati alla postura, alla marcia e all’equilibrio.
Infine i pazienti necessitano di consulenza medica e psicologica, in quanto la malattia di Parkinson può avere un forte impatto sulla vita sociale e lavorativa e ripercussioni sull’autostima.
Intervista alla Dott.ssa Anna Cavallini
ICTUS Cerebrale – Telelombardia 2011