Ictus cerebrale o stroke: sintomi, cause, diagnosi, terapie
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Che cos'è l'ictus cerebrale

L‘ictus cerebrale si verifica quando una delle arterie che portano il sangue al cervello si rompe o viene chiusa da un coagulo di sangue. Questo causa la morte delle cellule cerebrali della parte di cervello irrorata da quell’arteria, che a seguito dell’ictus non ricevono più sangue e ossigeno necessari.

L’ictus rappresenta la quarta causa di morte e la principale fonte di disabilità in Italia.

Quali sono le cause dell’ictus cerebrale

L’ictus (o stroke) può essere di due differenti tipi, in base alla causa:

  • ictus ischemico: il flusso di sangue al cervello è bloccato da un coagulo. Se l’ostruzione si risolve in meno di un’ora, si parla di attacco ischemico transitorio (TIA).
  • ictus emorragico: è provocato dalla rottura di un’arteria del cervello, che causa la fuoriuscita di sangue danneggiando le cellule cerebrali.

Quali sono i sintomi dell'ictus cerebrale

Quando il sangue non riesce più a raggiungere una determinata area del cervello, le parti del corpo controllate da quell’area non funzionano più come dovrebbero.
Ci sono alcuni segnali, che è importante saper riconoscere, in presenza dei quali è necessario chiamare immediatamente il 118 perché potrebbero essere sintomi di ictus:

  • mancanza di forza o impossibilità di muovere un braccio, una gamba oppure braccio e gamba dello stesso lato del corpo
  • bocca storta
  • scarsa sensibilità o insensibilità di un braccio, una gamba oppure braccio e gamba dello stesso lato del corpo
  • difficoltà o impossibilità a parlare
  • confusione e non comprensione di quello che viene detto
  • difficoltà nella visione degli oggetti
  • difficoltà nell’afferrare gli oggetti
  • forte e inconsueto mal di testa

Come si fa la diagnosi di ictus cerebrale

La diagnosi dell’ictus deve essere fatta tempestivamente perché, come per l’infarto o per il trauma cranico, l’ictus è un’emergenza medica e chi ne manifesta i sintomi deve immediatamente contattare il 118 ed essere accompagnato in ospedale.

Il personale medico specializzato nella cura dell’ictus procederà nel raccogliere una breve storia clinica del paziente e nell’eseguire un esame obiettivo generale neurologico, quantificando la gravità del deficit attraverso un’apposita scala (NHISS). Si eseguono anche esami del sangue specifici, una TAC del cervello e in alcuni casi anche una Risonanza Magnetica Nucleare del cervello. I medici valuteranno inoltre la possibilità di fare altre indagini, se necessario, come una puntura lombare o un elettroencefalogramma.

Presso il Pronto Soccorso del Policlinico San Matteo opera uno Stroke team: un gruppo di neurologi dell’Istituto Mondino specializzati nel trattamento dell’ictus acuto interviene per gestire adeguatamente l’ictus nella sua fase di emergenza e provvedere al successivo ricovero del paziente in Stroke Unit.

Quali sono le terapie, le cure e i trattamenti per l'ictus

In base alla tipologia di ictus sono previsti trattamenti differenti.

Per l’ictus ischemico si procede con

  • trombolisi sistemica: consiste nella riapertura dell’arteria occlusa dal coagulo e limita le dimensioni dell’area del cervello danneggiata. Viene somministrata entro 4-5 ore dalla comparsa del primo sintomo di ictus e attualmente rappresenta il trattamento più efficace per la fase acuta. Tuttavia questa procedura potrebbe provocare la comparsa di sanguinamenti e trasformare l’ictus ischemico in ictus emorragico. Il neurologo valuterà tutto il quadro medico e l’esito degli esami svolti, per ridurre al minimo il rischio di ictus emorragico.

oppure

  • Procedure endovascolari: in alcuni casi molto selezionati si può rimuovere il coagulo introducendo un catetere nell’arteria femorale e somministrando il farmaco direttamente nel trombo (trombolisi intra-arteriosa) oppure rimuovendolo meccanicamente (trombolisi meccanica).

Per l’ictus emorragico, invece, le possibilità sono:

  • Terapia medica: se l’emorragia avviene in corso di terapia anticoagulante orale è possibile somministrare una terapia medica specifica. Negli altri casi, invece, vengono trattati quei fattori che potrebbero estendere le dimensioni dell’emorragia, come ipertensione arteriosa, glicemia alta, febbre.
    oppure
  • Procedure endovascolari: sono meno invasive delle procedure chirurgiche, ma possono essere utilizzate solo per emorragia cerebrale causata da rottura di aneurisma o sanguinamento di malformazioni artero-venose.

oppure

  • Procedure chirurgiche: in caso di aneurisma o di malformazioni artero-venose si può intervenire chirurgicamente per bloccare la fuoriuscita di sangue. In casi molto selezionati si può procedere con un’aspirazione del sangue per ridurre la compressione sul cervello.

Una volta individuato il tipo di ictus e la terapia più adatta, il medico monitora i parametri vitali, il danno neurologico e la capacità di deglutire e attua tutte le procedure assistenziali necessarie previste. In caso di ictus ischemico, entro 24 ore dal ricovero viene avviata una terapia farmacologica per ridurre il rischio di recidiva e favorire il recupero funzionale, con alte dosi di statina e farmaci antiaggreganti e anticoagulanti.

La Stroke Unit della Fondazione Mondino

l dipartimento di Neurologia d’Urgenza dell’Istituto Mondino gestisce la Stroke Unit di I° livello (6 p.l. monitorati) presso la Fondazione Mondino e la Stroke Unit di II° Livello (12 p.l.) presso il Policlinico San Matteo, afferente al Dipartimento di Medicina Intensiva del Policlinico San Matteo, garantendo così ai pazienti colpiti da ictus cerebrale la più  appropriata modalità assistenziale.

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