Perché è importante prendersi cura dei primi giorni di vita: come le visite domiciliari durante il lockdown hanno protetto il benessere di mamma e bambino

I primi mille giorni dal concepimento – il periodo che inizia con la gravidanza e arriva fino alla fine del secondo anno di vita – sono un tempo prezioso, ricco di esperienze che permettono a genitori e bambino di entrare in contatto e conoscersi, mentre il piccolo cresce e si sviluppa velocemente. Con il progetto MOM-COPE/ConfiNATI stiamo studiando come l’esposizione allo stress legato alla pandemia durante questo periodo possa influire sulla salute materna e sulle traiettorie di sviluppo dei bambini.

Dove eravamo rimasti

Nei precedenti aggiornamenti abbiamo avuto modo di raccontare come lo stress sperimentato dalle donne durante la gravidanza possa aumentare il rischio di sviluppare sintomatologia ansioso-depressiva nel postpartum (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyt.2021.716488/full)

e possa anche aumentare il rischio di vivere in modo stressante la cura del proprio bambino nei mesi successivi (https://www.cambridge.org/core/journals/development-and-psychopathology/article/abs/prenatal-maternal-stress-during-the-covid19-pandemic-and-infant-regulatory-capacity-at-3-months-a-longitudinal-study/385653DFA5CBA9A81C64835A2DF87E77).

Abbiamo anche potuto evidenziare come questo stesso stress precoce vissuto dalla madre possa finire “sotto la pelle” e arrivare ad influenzare i processi che regolano il DNA del bambino, con conseguenze osservabili nella capacità di regolazione comportamentale già a tre mesi di età del piccolo (https://www.nature.com/articles/s41598-021-95053-z?proof=t+target%3D).

Prendersi cura di mamma e bambino con l’home visiting

Questo precocissimo periodo della vita, tuttavia, non è solo un tempo di grande suscettibilità e sensibilità alle stimolazioni stressogene; proprio perché la psicologia e la biologia di madre e bambino sono così aperti e malleabili, è anche il momento migliore in cui prenderci cura del loro benessere.

Gli interventi di home-visiting – o visite domiciliari – consistono proprio in occasioni di cura della salute materno-infantile, grazie allo sguardo attento e competente di professionisti quali ginecologhe, ostetriche, infermieri, psicologi. Si tratta di interventi di monitoraggio e prevenzione che aiutano le mamme – e talvolta anche i papà – nel delicato passaggio alla genitorialità, sia fornendo informazioni pratiche, sia supportando psicologicamente i neo-genitori e il loro senso di efficacia.

Grazie al progetto MOM-COPE abbiamo potuto osservare come durante il periodo di lockdown del 2020 le mamme che avevano ricevuto visite domiciliari dopo il parto mostravano minori livelli di stress genitorialeall’età di tre mesi del proprio bambino. Questo effetto era ancora più marcato nelle donne che esibivano alti livelli di sintomatologia ansiosa dopo il parto. In altre parole, l’intervento preventivo di home-visiting era in grado di proteggere la salute materna anche durante la pandemia e proprio nelle madri che erano maggiormente a rischio.

Questi risultati – che sono al momento in corso di pubblicazione – sono molto importanti per almeno due motivi. Per prima cosa, ci ricordano quanto è potente e prezioso investire nelle connessioni e nelle relazioni umane. Prenderci cura di chi sta vivendo una fase di passaggio e cambiamento – come i neo-genitori e i loro piccoli – dovrebbe essere una priorità anche e soprattutto durante un tempo di emergenza quale quello che stiamo vivendo. Inoltre, questi risultati ci invitano a riflettere sull’opportunità di estendere le visite domiciliari a un numero sempre maggiore di realtà territoriali, integrando l’home-visiting nei servizi di cura perinatale e presa in carico dei genitori e dei loro bambini.

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