Negli ultimi anni il nucleo familiare ha assunto una conformazione molto diversa rispetto a quella che aveva in precedenza; in particolare, la fine della cosiddetta “famiglia normativa” ha avuto importanti conseguenze non solo sulla vita degli adolescenti, ma sull’intera società.
Nella “famiglia affettiva”, i genitori sono concentrati sul costruire le relazioni con i figli con la conseguenza che, da un lato, la qualità della convivenza è migliorata, mentre si è ridotto l’investimento sul ruolo di guida di madri e padri, che faticano a imporre regole.
Parallelamente, con la diffusione delle nuove tecnologie e di internet, hanno preso forma preponderante relazioni “senza corpo”, in cui spesso si è distanti, ma mai decisamente soli.
Fin da bambini si rimane immersi costantemente nel bagno delle relazioni sociali, fotografati, ripresi e immortalati da sempre. La società dal canto suo è caratterizzata dalla presenza di competitor, incentrata sul culto dell’immagine e della popolarità, del successo e della caduta del confine tra ciò che è intimo, privato e ciò che è pubblico.
In questo scenario, il fenomeno del ritiro sociale in adolescenza (hikikomori in Giappone) emerge anche nella società occidentale e in Italia: un numero sempre crescente di adolescenti, prevalentemente maschi, si ritira prima dalle scene scolastiche e poi dalle scene sociali, in una sorta di auto eclusione volontaria domiciliare, spesso trasferendo su internet il proprio investimento psichico per accedere al sapere, simbolizzare e sviluppare relazioni con i pari.
È in questo spazio virtuale che vengono sviluppati spazi creativi, ambienti espressivi e relazionali, all’interno dei quali gli adolescenti non solo sperimentano nuove possibilità di realizzazione del Sé individuale e sociale, ma si rifugiano in occasione di gravi crisi evolutive, in una sorta di auto ricovero che, contemporaneamente, esprime il disagio e un primo tentativo di risolverlo.
La piazza virtuale ha preso il posto dei cortili e qui, le relazioni senza contatto corporeo, consentono alla mente di prendere parola, esprimersi tramite il medium tecnologico che talvolta può rivestire il ruolo di difesa e protezione da angosce sperimentate nelle relazioni corporee. In altre parole, non è internet la causa del disagio adolescenziale; semmai, è lo scenario privilegiato entro il quale possiamo intercettare la sofferenza degli adolescenti di oggi e incontrarli laddove stanno sperimentando i propri investimenti.